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BACCALA’ ALLA VICENTINA
Ricetta tipica veneta, si distingue per il suo sapore aggressivo ma morbido. Richiama un vino che possa avere una buona acidità, capace di sgrassare e ripulire la bocca, ma che nello stesso tempo rispetti il sapore del pesce, in questo piatto messo già a dura prova da cipolla, farina, latte e tutti gli altri suoi ingredienti. La sensazione che il baccalà dà al nostro palato è complessa con una bella sensazione di grassezza e la nostra prima segnalazione non può che ricadere, per tradizione del suo territorio, su un Vespaiolo, vitigno autoctono della stessa provincia Vicentina. Caratteristico per la sua acidità, è un vino capace di rispettare il nostro baccalà senza sovrastarlo. Ci è piaciuto ancora di più un altro vino prodotto sempre da un vitigno locale, il Lessini Durello. A base di uva Durella lo abbiamo provato in versione spumantizzata, e ha fatto pienamente il suo dovere. Con le sue bollicine e le sue componenti dure ha sgrassato bene la bocca e l’ha ripulita preparandola per il boccone successivo. Abbiamo provato anche un rosso che ci ha soddisfatto, non per niente è uno dei vini consigliati anche dalla Confraternita del Baccalà, ovvero il Tai Rosso. Il suo aroma speziato e fruttato con sentori di pepe nero e marasca ed il suo gusto leggero, ma fresco ci ha convinto a dare ragione a chi lo consiglia vivamente. Resta comunque a nostro parere, il bianco la migliore soluzione. Ultimo consiglio, se volete uscire fuori dalla provincia vicentina, scegliete comunque un vino bianco del Nord magari coltivato in altura, come per esempio il Petite Arvine, perché questi vini hanno le caratteristiche che abbiamo cercato e trovato nei vini vicentini descritti prima.